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Mutazione del gene MTHFR e COVID-19

Aggiornamento: 23 feb 2022


· Soffrite di una malattia autoimmune?

· Avete familiarità con patologie cardiovascolari?

· Siete incorsi in problemi di fertilità?


Il gene MTHFR fa in modo che l’enzima omonimo funzioni correttamente e converta i folati e li renda disponibili al seguito della catena metabolica.

I folati o “vitamina B9”, sono molecole provenienti dal cibo che consentono:

Sintesi di DNA e RNA; – Metabolismo di serotonina, dopamina e norepinefrina per l’equilibrio della psiche; – Formazione e maturazione dei globuli rossi e bianchi; con problemi di immunità (autoimmuni), sia di trasporto di ossigeno verso i tessuti; – I folati sono fondamentali per la disintossicazione dell’omocisteina.


“Folati” e “acido folico” sono una cosa diversa: l’acido folico è artificiale, non si trova in natura; e per essere assimilato attraversa numerosi processi, mentre i folati vengono subito assimilati e metabolizzati nell’intestino. Oltre a non essere immediatamente utilizzabile, l’acido folico diventa nocivo quando si accumula: secondo diversi studi lo hanno associato a tossicità e rischio di cancro al colon.


Cosa comporta la mutazione del gene MTHFR? Quando funziona bene, il gene MTHFR permette di attivare i folati, cosicché essi entrino in tutte le vie metaboliche; quando il gene è mutato c’è una perdita di funzione (di entità variabile) e tutte le reazioni sopra indicate, nel loro complesso, subiranno rallentamenti. Possono ad esempio esserci problemi di fertilità o di poliabortività, si è maggiormente esposti a rischio cardiovascolare, si manifestano problemi a livello di trasmissione neuronale con conseguenze sulla sfera psichica ( depressione, disturbo bipolare, schizofrenia, ecc.), si è maggiormente esposti allo stress perché il corpo ha meno armi di difesa, si hanno meno riserve antiossidanti, il sistema immunitario risulta essere più fragile e maggiormente prono a malattie autoimmuni, è compromesso il lavoro dei mitocondri e il metabolismo rallenta (comportando stanchezza, apatia, sonnolenza, lentezza digestiva). Nelle donne si possono avere fibromi, sindrome premestruale invalidante, endometriosi; negli uomini ci può essere una compromissione del testosterone.

Come riconoscere la mutazione del gene MTHFR? Per poter verificare di avere la mutazione del gene è sufficiente parlare dei vostri sospetti con il medico di base, e richiedere l’analisi genetica specifica. Quando ci sono i valori ematici borderline o fuori range di vitamina B12, folati e omocisteina, la probabilità di trovarsi di fronte a una mutazione è elevata.

Ricordate che, se avete la mutazione MTHFR, il vostro corpo metabolizza male la vitamina B12 e i folati.

Esistono diverse mutazioni del gene MTHFR, ma quelle più studiate sono due: – MTHFR con mutazione C677T – MTHFR con mutazione A1298C

Avere o non avere la mutazione è su base genetica: se si ha la mutazione in eterozigosi significa che deriva da un solo genitori. Se la mutazione è omozigotica la perdita di funzioni è più grave.

Può essere utile sapere che le due mutazioni sono associate a diversi problemi per la salute: – La mutazione C677T è associata a problemi cardiovascolari, elevata omocisteina, emicrania, aborti, difetti del tubo neurale durante il primo trimestre di gravidanza. – La mutazione A1298C è associata a colon irritabile, fibromialgia, fatica e dolore cronico, disturbi legati all’umore.

Cosa si può fare riguardo l’alimentazione? Un’alimentazione ed un’integrazione ad hoc possono aiutare qualora ci fosse la mutazione del gene MTHFR.

– Prediligere il consumo di alimenti ricchi di folati. Troviamo elevato contenuto di folati in: vegetali a foglia verde (spinaci, tarassaco, catalogna…), asparagi, broccoli, avocado, mango, arance, albicocche, pesche. – Non assumere integrazioni di acido folico, ma solo di folati e metilfolati.

E’ utile integrare contemporaneamente anche la vitamina la B12 in forma di metilcobalamina (non cianocobalamina). – Le persone con la mutazione MTHFR A1298C possono purtroppo avere problemi digestivi e intestinali, che si manifestano con gastrite, colon irritabile, episodi frequenti di dissenteria. Diventa prioritario prendersi cura dell’intestino con indicazioni dietetiche specifiche, tra le quali: ridurre il consumo di alimenti processati, zuccherati e derivati da agricoltura/allevamento intensivo; ridurre il consumo di latticini e di glutine; introdurre alimenti probiotici; consumare frequentemente brodo di carne da allevamento grass-fed (il collagene aiuta a risolvere condizioni di leaky-gut), assumere grassi salutari (olio extravergine, pesce selvaggio, noci non trattate, avocado, olio di cocco, tuorlo di uova biologiche, ghee, carne grass-fed). – La mutazione MTHFR C677T, come abbiamo visto, può creare anche problemi neurali, con possibile ansia, depressione, disturbo bipolare e schizofrenia; in questi casi potrebbe essere utile un’integrazione di omega-3, sottoforma sia da alimenti che li contengono (pesce selvaggio, sarde, sardine, sgombri), sia da integrazione. – Il danno principale della mutazione MTHFR è l’accumulo di omocisteina, correlato ad alto rischio cardiovascolare anche in giovane età. Oltre all’integrazione di folati e metilcobalamina, è utile prevenire danni cardiaci evitando l’uso di tabacco e alcol, includendo nell’alimentazione fibra, alimenti ricchi di omega-3, magnesio, selenio, vitamine C-D-E ed antiossidanti.



A seguire verranno elencati alcuni “Abstract” al fine di attrarre attenzione sull’importanza di integrazione di folati e metilcobalamina in caso di diverse malattie e COVID-19:

Iperomocisteinemia come fattore di rischio e potenziale target nutraceutico per alcune malattie

Biosintesi e metabolismo dell'omocisteina (HCys)

Metabolismo del folato

Catabolismo della colina

Cause di iperomocisteinemia

Effetti cardiovascolari dell'iperomocisteinemia

Variazione genetica del gene MTHFR e rischio di malattie cardiovascolari

Iperomocisteinemia e ictus

Effetti dell'iperomocisteinemia nel sistema nervoso

Iperomocisteinemia nei disturbi cognitivi, nel morbo di Alzheimer, nel morbo di Parkinson e nell'epilessia

Iperomocisteinemia e gravidanza, menopausa e disfunzione sessuale

Livelli di omocisteina e rischio di frattura osteoporotica

Iperomocisteinemia e malattia reumatica autoimmune

Iperomocisteinemia e diabete

Iperomocisteinemia e disfunzioni renali

Iperomocisteinemia nelle disfunzioni acustiche e ottiche

Iperomocisteinemia, emicrania e cefalea

Iperomocisteinemia e psoriasi


Le vitamine, come modificatori epigenetici, possono migliorare l'immunità nei pazienti COVID-19 con malattia non trasmissibile?


Un potenziale ruolo per la vitamina B nel COVID-19


Livelli di folato nei pazienti ospedalizzati con malattia da Coronavirus 2019


Uno studio di Singapore ha scoperto che la combinazione di vitamina D, magnesio e vitamina B12 potrebbe ridurre il tasso di progressione nei pazienti più anziani con Covid-19.


Malattia vascolare, non respiratoria: la scoperta sul Covid degli scienziati americani


Importanza sia dell'acido folico che della vitamina B12 nella riduzione del rischio di malattie vascolari



Corso pericoloso per la vita nella malattia da coronavirus 2019 (COVID-19): Esiste un legame con il polimorfismo e l'iperomocisteinemia dell'acido metilenetetraidrofolico reduttasi (MTHFR)?



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