· Soffrite di una malattia autoimmune?
· Avete familiarità con patologie cardiovascolari?
· Siete incorsi in problemi di fertilità?
Il gene MTHFR fa in modo che l’enzima omonimo funzioni correttamente e converta i folati e li renda disponibili al seguito della catena metabolica.
I folati o “vitamina B9”, sono molecole provenienti dal cibo che consentono:
– Sintesi di DNA e RNA; – Metabolismo di serotonina, dopamina e norepinefrina per l’equilibrio della psiche; – Formazione e maturazione dei globuli rossi e bianchi; con problemi di immunità (autoimmuni), sia di trasporto di ossigeno verso i tessuti; – I folati sono fondamentali per la disintossicazione dell’omocisteina.
“Folati” e “acido folico” sono una cosa diversa: l’acido folico è artificiale, non si trova in natura; e per essere assimilato attraversa numerosi processi, mentre i folati vengono subito assimilati e metabolizzati nell’intestino. Oltre a non essere immediatamente utilizzabile, l’acido folico diventa nocivo quando si accumula: secondo diversi studi lo hanno associato a tossicità e rischio di cancro al colon.
Cosa comporta la mutazione del gene MTHFR? Quando funziona bene, il gene MTHFR permette di attivare i folati, cosicché essi entrino in tutte le vie metaboliche; quando il gene è mutato c’è una perdita di funzione (di entità variabile) e tutte le reazioni sopra indicate, nel loro complesso, subiranno rallentamenti. Possono ad esempio esserci problemi di fertilità o di poliabortività, si è maggiormente esposti a rischio cardiovascolare, si manifestano problemi a livello di trasmissione neuronale con conseguenze sulla sfera psichica ( depressione, disturbo bipolare, schizofrenia, ecc.), si è maggiormente esposti allo stress perché il corpo ha meno armi di difesa, si hanno meno riserve antiossidanti, il sistema immunitario risulta essere più fragile e maggiormente prono a malattie autoimmuni, è compromesso il lavoro dei mitocondri e il metabolismo rallenta (comportando stanchezza, apatia, sonnolenza, lentezza digestiva). Nelle donne si possono avere fibromi, sindrome premestruale invalidante, endometriosi; negli uomini ci può essere una compromissione del testosterone.
Come riconoscere la mutazione del gene MTHFR?
Per poter verificare di avere la mutazione del gene è sufficiente parlare dei vostri sospetti con il medico di base, e richiedere l’analisi genetica specifica.
Quando ci sono i valori ematici borderline o fuori range di vitamina B12, folati e omocisteina, la probabilità di trovarsi di fronte a una mutazione è elevata.
Ricordate che, se avete la mutazione MTHFR, il vostro corpo metabolizza male la vitamina B12 e i folati.
Esistono diverse mutazioni del gene MTHFR, ma quelle più studiate sono due: – MTHFR con mutazione C677T – MTHFR con mutazione A1298C
Avere o non avere la mutazione è su base genetica: se si ha la mutazione in eterozigosi significa che deriva da un solo genitori. Se la mutazione è omozigotica la perdita di funzioni è più grave.
Può essere utile sapere che le due mutazioni sono associate a diversi problemi per la salute: – La mutazione C677T è associata a problemi cardiovascolari, elevata omocisteina, emicrania, aborti, difetti del tubo neurale durante il primo trimestre di gravidanza. – La mutazione A1298C è associata a colon irritabile, fibromialgia, fatica e dolore cronico, disturbi legati all’umore.
Cosa si può fare riguardo l’alimentazione? Un’alimentazione ed un’integrazione ad hoc possono aiutare qualora ci fosse la mutazione del gene MTHFR.
– Prediligere il consumo di alimenti ricchi di folati. Troviamo elevato contenuto di folati in: vegetali a foglia verde (spinaci, tarassaco, catalogna…), asparagi, broccoli, avocado, mango, arance, albicocche, pesche. – Non assumere integrazioni di acido folico, ma solo di folati e metilfolati.
E’ utile integrare contemporaneamente anche la vitamina la B12 in forma di metilcobalamina (non cianocobalamina). – Le persone con la mutazione MTHFR A1298C possono purtroppo avere problemi digestivi e intestinali, che si manifestano con gastrite, colon irritabile, episodi frequenti di dissenteria. Diventa prioritario prendersi cura dell’intestino con indicazioni dietetiche specifiche, tra le quali: ridurre il consumo di alimenti processati, zuccherati e derivati da agricoltura/allevamento intensivo; ridurre il consumo di latticini e di glutine; introdurre alimenti probiotici; consumare frequentemente brodo di carne da allevamento grass-fed (il collagene aiuta a risolvere condizioni di leaky-gut), assumere grassi salutari (olio extravergine, pesce selvaggio, noci non trattate, avocado, olio di cocco, tuorlo di uova biologiche, ghee, carne grass-fed). – La mutazione MTHFR C677T, come abbiamo visto, può creare anche problemi neurali, con possibile ansia, depressione, disturbo bipolare e schizofrenia; in questi casi potrebbe essere utile un’integrazione di omega-3, sottoforma sia da alimenti che li contengono (pesce selvaggio, sarde, sardine, sgombri), sia da integrazione. – Il danno principale della mutazione MTHFR è l’accumulo di omocisteina, correlato ad alto rischio cardiovascolare anche in giovane età. Oltre all’integrazione di folati e metilcobalamina, è utile prevenire danni cardiaci evitando l’uso di tabacco e alcol, includendo nell’alimentazione fibra, alimenti ricchi di omega-3, magnesio, selenio, vitamine C-D-E ed antiossidanti.
A seguire verranno elencati alcuni “Abstract” al fine di attrarre attenzione sull’importanza di integrazione di folati e metilcobalamina in caso di diverse malattie e COVID-19:
Iperomocisteinemia come fattore di rischio e potenziale target nutraceutico per alcune malattie
Biosintesi e metabolismo dell'omocisteina (HCys)
Metabolismo del folato
Catabolismo della colina
Cause di iperomocisteinemia
Effetti cardiovascolari dell'iperomocisteinemia
Variazione genetica del gene MTHFR e rischio di malattie cardiovascolari
Iperomocisteinemia e ictus
Effetti dell'iperomocisteinemia nel sistema nervoso
Iperomocisteinemia nei disturbi cognitivi, nel morbo di Alzheimer, nel morbo di Parkinson e nell'epilessia
Iperomocisteinemia e gravidanza, menopausa e disfunzione sessuale
Livelli di omocisteina e rischio di frattura osteoporotica
Iperomocisteinemia e malattia reumatica autoimmune
Iperomocisteinemia e diabete
Iperomocisteinemia e disfunzioni renali
Iperomocisteinemia nelle disfunzioni acustiche e ottiche
Iperomocisteinemia, emicrania e cefalea
Iperomocisteinemia e psoriasi
Le vitamine, come modificatori epigenetici, possono migliorare l'immunità nei pazienti COVID-19 con malattia non trasmissibile?
Un potenziale ruolo per la vitamina B nel COVID-19
Livelli di folato nei pazienti ospedalizzati con malattia da Coronavirus 2019
Uno studio di Singapore ha scoperto che la combinazione di vitamina D, magnesio e vitamina B12 potrebbe ridurre il tasso di progressione nei pazienti più anziani con Covid-19.
Malattia vascolare, non respiratoria: la scoperta sul Covid degli scienziati americani
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